Isolamento a cappotto e Ventilazione Meccanica Controllata
L’introduzione degli incentivi fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici esistenti, con l’ultima novità del Superbonus 110%, ha sicuramente fornito un impulso alla realizzazione di opere finalizzate alla coibentazione termica, come l’isolamento delle strutture opache disperdenti e la sostituzione degli infissi con nuove finestre aventi caratteristiche termiche più performanti.
La realizzazione di questi interventi, necessariamente subordinata a progettazione e realizzazione in conformità alle le norme di buona tecnica, comporta inevitabilmente di ridurre al minimo ed a volte ad azzerare il ricambio naturale dell’aria ambiente, che normalmente si otteneva tramite la scarsa tenuta all’aria dei serramenti precedentemente installati.
Questa situazione può risultare sicuramente positiva dal punto di vista del contenimento dei costi energetici, in quanto si evita di raffreddare gli ambienti abitati con ingresso incontrollato di aria esterna, ma lo stesso non si può dire dal punto di vista della qualità dell’aria interna.
Occorre considerare che la mancanza di adeguata ventilazione dei locali porta ad accumulare l’umidità ambiente che si sviluppa con le quotidiane attività domestiche, come la cottura dei cibi, l’asciugatura degli indumenti , l’utilizzo della doccia, l’attività fisica o il normale respiro.
Non a caso, uno dei fenomeni più frequenti al quale si può assistere dopo la sostituzione degli infissi e la realizzazione di isolamento delle pareti perimetrali (ad esempio con l’utilizzo di sistemi cosiddetti “a cappotto” che utilizzano materiali sintetici poco o nulla traspiranti come il polistirene) è quello della formazione di muffe e condense all’interno delle unità immobiliari, in corrispondenza delle superfici più fredde, come intorno alle finestre o negli spigoli delle pareti esterne, inconveniente che viene ulteriormente accentuato nei casi in cui i lavori non siano stati seguiti secondo la regola dell’arte.
Per controllare i fattori sopra descritti (qualità dell’aria e umidità ambiente) occorrerebbe effettuare manualmente adeguati ricambi dell’aria, anche più volte al giorno, tramite l’apertura delle finestre, inficiando in questo modo l’utilità dell’intervento di efficientamento energetico eseguito.
Per ovviare alle problematiche sopra descritte, la progettazione degli interventi di coibentazione termica non dovrebbe prescindere da un’attenta valutazione sulla necessità del ricambio dell’aria ambiente, che grazie a tecnologie presenti da tempo sul mercato e collaudate da anni di esperienze eseguite sul campo, possono garantire il ricambio dell’aria nel rispetto dei requisiti energetici e di qualità della stessa.
Tali sistemi, denominati con la sigla VMC (Ventilazione Meccanica Controllata), consentono di garantire il ricambio dell’aria tramite l’immissione di aria esterna e l’espulsione dell’aria interna viziata in modo automatico, in quantità predefinita.
Dal punto di vista energetico, il bilancio termico è indubbiamente positivo, in quanto la presenza di recuperatori di calore all’interno di queste apparecchiature, forniscono la possibilità di preriscaldare l’aria esterna più fredda in ingresso, prelevando calore dall’aria interna che viene espulsa.
La possibilità di scelta di varie tipologie di sistemi VMC, da quelli localizzati a quelli centralizzati, fornisce la possibilità di estendere i benefici del ricambio dell’aria a qualsiasi tipologia di edificio; in ogni caso, anche questi sistemi devono essere adeguatamente scelti e progettati da tecnici esperti, in funzione della tipologia degli ambienti e della relativa destinazione d’uso.
Si segnala infine che i sistemi di VMC non sono attualmente defiscalizzabili tramite gli incentivi per l’efficientamento energetico, anche se da più parti si auspica che, proprio per le loro caratteristiche, possano essere assimilati a interventi di risparmio energetico.